La nuova PAC potenzia gli strumenti di gestione del rischio: il budget raddoppia, passando da 1,64 miliardi della precedente programmazione ai previsti 3,1 miliardi per il periodo 2023-2027. In un contesto di forti cambiamenti climatici e di fluttuazione dei prezzi di mercato, si rende necessaria la massima attenzione all’efficienza della spesa pubblica negli strumenti e strategie di difesa; ed è inoltre indispensabile estendere la platea delle imprese che ricorrono agli strumenti di gestione del rischio. Il Regolamento (UE) 2021/2115, art. 19, “Contributo agli strumenti di gestione del rischio”, dà la facoltà agli Stati membri di “… trattenere fino al 3% dei pagamenti diretti da corrispondere agli agricoltori quale quota privata da destinare alla costituzione di uno strumento di gestione del rischio per la copertura dei danni catastrofali di tutte le imprese agricole italiane”. L’art. 76, “Strumenti di gestione del rischio”, fornisce ulteriori precisazioni, fra le quali: (i) il sostegno va a strumenti che aiutano gli agricoltori in attività a gestire i rischi di produzione e reddito connessi alla loro attività agricola; (ii) il ruolo degli Stati membri nella gestione degli strumenti; (iii) il sostegno è concesso unicamente a coperture di perdite superiori a una soglia minima del 20% della produzione o del reddito medio, indicando le modalità di calcolo.
L’attuazione di queste disposizioni è rimandata al Piano Strategico nazionale, attualmente all’esame della Commissione UE. Nella sezione dedicata allo Sviluppo Rurale si prevedono 4 Interventi rientranti sotto il tema “Strumenti di gestione del rischio”: 1 – assicurazioni agevolate, per la tutela delle produzioni da rischi meteo climatici, sanitari e fitosanitari; 2 – fondi mutualità danni, anch’esso per la tutela da rischi specifici per il settore e per i quali non siano disponibili adeguate coperture sul mercato assicurativo; 3 – fondi mutualità reddito, in questo caso rivolto alla stabilizzazione del reddito a contrasto della volatilità dei prezzi e dei mercati; 4 – fondo mutualizzazione nazionale eventi catastrofali, partecipato da tutte le imprese italiane, per un primo livello di tutela, delle produzioni agricole contro eventi di natura catastrofale meteo climatici.
Si tratta di una “opportunità che non deve essere sottovalutata”, icorda Albano Agabiti, Presidente di Asnacodi Italia, Associazione che riunisce 43 Consorzi di difesa degli agricoltori per oltre 70 mila aziende assicurate. Serve arrivare a “un vero e proprio processo di risk management”, dice Agabiti richiamando la necessità di coordinare tutti gli strumenti di difesa passiva e attiva dalle calamità così da far fonte “ai futuri scenari economici e climatici”. Dall’approvazione del Piano Strategico deriveranno le indicazioni operative per l’utilizzo dei nuovi strumenti e in particolare del fondo che fornirà il primo livello di copertura: le imprese, così, acquisiranno anche maggiore percezione delle problematiche connesse alla gestione dei rischi e migliori capacita di valutazione dei sistemi e delle soluzioni di estensione delle garanzie.