Il settore zootecnico italiano deve affrontare sfide culturali e comunicative di grande rilevanza. Si tratta di superare la demonizzazione che vorrebbe fare della zootecnia, soprattutto da carne, uno dei primi “colpevoli” per l’emissione di gas serra. C’è la prospettiva della carne in provetta; e c’è la questione del “Nutriscore” il quale penalizza formaggi e salumi. In tutti i casi, Coldiretti porta informazioni scientifiche in opposizione a fake news o posizioni ideologiche.
Buone notizie, invece, per il contrasto alle pratiche sleali. Il Decreto Legislativo 198 dell’8 novembre 2021 ha recepito la Direttiva (UE) 2019/633; è così possibile denunciare all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi (ICQRF) chi dovesse, appunto, operare in modo sleale nelle relazioni fra acquirenti e fornitori di prodotti agricoli ed alimentari. È una opportunità per il settore del latte il cui prezzo è compresso verso il basso anche a causa di discutibili forniture provenienti soprattutto dall’estero. Una buona notizia è anche la conferma dell’obbligo di indicare l’origine della materia prima degli alimenti nelle loro etichette: in tal modo si informa il consumatore e si tutela il made in Italy agroalimentare.
Notizie meno buone vengono dal lato sanitario. L’aviaria ha colpito gli allevamenti di settore. E si è registrato il primi caso di peste suina africana (PSA) fra i cinghiali, dopo i tanti, spesso inascoltati, appelli di Coldiretti per il loro controllo. Si tratta di una seria minaccia per gli allevamenti suini, ad iniziare da quelli bradi e semibradi. E restando in campo sanitario, va ricordato che dal 28 gennaio 2022 è obbligatorio per gli allevatori il registro elettronico dei trattamenti con l’abbandono del sistema cartaceo.
E non sono buone le notizie riguardanti l’andamento dei costi sia dell’energia sia delle materie prime per l’alimentazione degli allevamenti; nel secondo caso, Coldiretti suggerisce un piano per potenziare le produzioni nazionali e gli stoccaggi al fine di evitare che l’Italia resti vittima della speculazione.
Una buona notizia, per ultimo, viene dalla nuova PAC. Alla zootecnia va oltre la metà delle risorse degli ecoschemi, operativi da gennaio 2023, considerando i pagamenti per la riduzione della resistenza microbica e il benessere animale unitamente a quelli per i sistemi foraggeri estensivi.