Nella campagna 21/22 la Toscana (dati ISMEA 2022[1]) ha prodotto 10.910 t di olio su un totale nazionale di 320.026, quindi circa il 3,4%. In termini di valore della produzione agricola “food” la filiera pesa il 5% a livello regionale ma l’olivo occupa il 15% della SAU e rappresenta il 14% delle superfici regionali coltivate a biologico (dati DIVULGA, 2022). Nel settore dell’olio, in Toscana vi sono 4 Dop – “Chianti classico”, “Lucca”, “Seggiano”, “Terre di Siena” – e l’IGP “Olio Toscano” con una incidenza rilevante sulla produzione totale. L’olivicoltura toscana, pertanto, è una filiera produttiva che ha una importanza superiore al valore economico della filiera in quanto caratterizza i paesaggi e la cultura regionale e dà produzioni di grande pregio, note e apprezzate in tutto il mondo.
La buona notizia è che in Toscana la presente campagna olivicola, con una raccolta che si colloca fra ottobre e novembre, sembra superiore alle aspettative, come ha recentemente ricordato il presidente regionale di Coldiretti, Fabrizio Filippi. In Italia, in generale, si teme una raccolta di olive non abbondante a causa della forte e prolungata siccità estiva, solo in parte compensata da piogge di fine agosto e di settembre. Eppure in Toscana, grazie ai tanti microclimi presenti e al locale andamento climatico di fine estate, vi è stata una ripresa dell’olivo e si stima, per il 2022, una produzione in rialzo rispetto all’anno precedente fra il 10 e il 20% pur se qualche problema potrebbe alla fine arrivare dalla mosca olearia. In Toscana, la produzione di olive per la frangitura in un’annata media è di 150 – 170 mila quintali. Nel 2021 si era scesi a 100 mila mentre in questo 2022 si potrebbe risalire a 110 – 120 mila.
Restano le problematiche “di tendenza” legate agli andamenti climatici e alle dinamiche dei costi. Si manifesta l’esigenza di garantire l’irrigazione anche all’olivo, almeno come soccorso in caso di eventi siccitosi di particolare intensità; e questo si innesta sulla più ampia necessità – ovunque rappresentata da Coldiretti – di rafforzare il sistema irriguo anche con la costruzione di nuovi invasi. I costi segnano forti incrementi su tutte le voci e le imprese dovranno trovare un equilibrio con i prossimi prezzi di vendita, in attesa di verificare in frantoio quali saranno le rese delle olive che si sta per raccogliere. Sicuramente, elemento vincente sul mercato è l’alto valore intrinseco e di immagine dei prodotti alimentari toscani: frutto del lavoro e dell’impegno costante di tutti gli agricoltori della regione.
[1] file:///C:/Users/Lorenzo/Downloads/20221309_Tendenze_olio.pdf