L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) propone un insieme di azioni contro l’alcolismo in Europa[1] per raggiungere già nel 2023 una diminuzione dei consumi del 10%. Il documento dell’OMS individua delle priorità che comprendono: aumento delle tasse sui prodotti alcolici; riduzione della disponibilità commerciale dei prodotti; limiti alla pubblicità; etichettatura obbligatoria con informazioni salutistiche. Le finalità generali dell’OMS sono condivisibili ma se non si fanno le debite distinzioni si arriva a colpire anche i prodotti a basso grado alcolico, come il vino e la birra, fruiti in modo moderato e consapevole da milioni di consumatori. Coldiretti lancia l’allarme perché le conseguenze dell’applicazione di quanto contenuto nel documento potrebbero impattare negativamente sul settore nazionale del vino, che è pilastro del “Made in Italy” agroalimentare e che “offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone, dalla vigna alla tavola”. I rischi di una campagna generalista contro il consumo di alcool sono quelli di una diminuzione dei consumi di vino sul mercato interno, stimata in un – 23%, e di una contrazione delle esportazioni proprio mentre il settore vitivinicolo mostra un trend che marcia verso valori record di export, superando gli 8 miliardi di euro. Inoltre, l’obiettivo di diminuire i consumi di una quota fissa (il 10% dal 2023) non incide sui fenomeni di abuso che sono cosa diversa dal dato statistico del consumo pro capite annuo. Va poi considerato il millenario valore storico e culturale del vino nella tradizione italiana ed europea e il ruolo della vite nella caratterizzazione dei paesaggi di intere regioni. Si apre, ora, una fase politica e Coldiretti è intenzionata a fare la sua parte presso le istituzioni, trovando sicure sinergie con le organizzazioni di settore e i circuiti dell’enogastronomia e dell’enoturismo. Il settore vitivinicolo va tutelato, considerando che siamo di fonte a un mercato maturo con consumatori informati e coscienti. Sono allora inutili azioni che vanno verso un proibizionismo indifferenziato mentre, al contrario, certamente serve più informazione al fine di ridurre i fenomeni di abuso di alcool spesso riconducibili all’eccessivo consumo di prodotti con alte gradazioni.
[1] https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/361662/72wd12e-Alcohol-220604.pdf?sequence=1&isAllowed=y