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Misura Agroambientali "Energia"

Consumi alimentari giù, indagine di Coldiretti

L’aumento dei prezzi dell’energia e, in concomitanza, di forniture e mezzi tecnici – come i fertilizzanti, i mangimi e il gasolio – si riverbera sui costi di produzione di tutta la filiera agroalimentare e, quindi, sui prezzi al consumo costituendo uno dei fattori che generano il fenomeno inflattivo in atto. Inoltre, l’aumento dei costi energetici giunge nella stagione nella quale si concentrano raccolta e lavorazione di molte produzioni come l’uva, le olive, buona parte della frutta e di altri ortaggi per fare succhi, conserve e altri derivati. I rischi di questa situazione vengono sottolineati dal Presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, che parla del rischio di “un crack alimentare, economico e occupazionale”. L’analisi dei dati del commercio al dettaglio condotta da Coldiretti sui primi 7 mesi del 2022 sostiene questo grido di allarme. L’aumento dei prezzi riduce il potere di acquisto dei consumatori. Per il settore alimentare, i dati mostrano che vi è una riduzione del 3,2% degli acquisti in volume ma un incremento della spesa del 3,6%, e che, parimenti, vi è uno spostamento verso “gli acquisti di cibo low cost”: nei primi 7 mesi del 2022 il settore discount segna un incremento del +9,8% in valore.

Secondo l’indagine di Coldiretti, inoltre, un 51% dei consumatori avrebbe ridotto la spesa per compensare l’aumento dei prezzi, mentre un 18% avrebbe ridotto la qualità dei prodotti acquistati spostandosi sul low cost; al momento, un 31%, invece, non avrebbe modificato le abitudini di acquisto. Si fa notare, inoltre, che la “caccia ai prezzi più bassi” determina un proliferare di promozioni soprattutto da parte delle catene distributive; spesso, però, è difficile effettuare valutazioni comparative per calcolare il beneficio reale.

Ma non sono solo i consumatori ad andare in difficoltà, iniziando dagli oltre 2,6 milioni di persone” che in Italia sono costrette a chiedere aiuto per mangiare”. Con gli aumenti dell’energia e dei mezzi tecnici, la prima difficoltà si appalesa per le imprese che devono sostenere una impennata senza precedenti dei costi di produzione sforzandosi di continuare a produrre e a restare sul mercato. La crisi può colpire settori qualificanti della Dieta Mediterranea e del Made in Italy proprio in un momento nel quale l’export agroalimentare italiano ha successo nel mondo.

Misure volte a contrastare almeno il caro energia per le imprese appaiono, allora, quanto mai necessarie ed urgenti.